Assurdo, gravi nuove accuse nel caso Pifferi: favoreggiamenti in carcere e falso
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Direttore: Alessandro Plateroti

Assurdo, gravi nuove accuse nel caso Pifferi: favoreggiamenti in carcere e falso

Palazzo di Giustizia Milano tribunale

Svolta investigativa nel tragico Caso di Alessia Pifferi: indagini si concentrano sul ruolo delle psicologhe.

Nel luglio 2022, Milano è stata teatro di una tragedia che ha sconvolto l’opinione pubblica: la morte della piccola Diana, di soli 18 mesi, abbandonata in casa dalla madre Alessia Pifferi per sei giorni. Questo terribile episodio di omicidio pluriaggravato ha aperto un intricato caso giudiziario, ora al centro di nuove e sorprendenti sviluppi.

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Le accuse alle psicologhe: manipolazione e favoreggiamento

La vicenda giudiziaria ha preso una svolta inaspettata con l’accusa rivolta a due psicologhe del carcere di San Vittore. Sono state indagate per favoreggiamento e falso ideologico, in seguito alla redazione di una relazione sulla capacità mentale della Pifferi. Secondo il pubblico ministero Francesco De Tommasi, queste professionalità avrebbero operato una “manipolazione” sulla donna. Presentando una tesi difensiva alternativa basata su un presunto deficit intellettivo.

La polemica sul test di intelligenza

Al centro del dibattito, un test psicometrico Wais che avrebbe stabilito un quoziente intellettivo di 40 per la Pifferi, indicando un grave ritardo mentale. Gli psichiatri Marco Lagazzi e Alice Natoli, consulenti della Procura, hanno espresso perplessità riguardo l’uso di questo test in un contesto penitenziario, evidenziando possibili implicazioni nella strategia difensiva.

Non solo le psicologhe, ma anche l’avvocato difensore della Pifferi, Alessia Pontenani, è finita sotto indagine. Il pubblico ministero ha sostenuto che sia stato attestato “falsamente” il basso quoziente intellettivo della donna, portando a dubbi sull’affidabilità e l’appropriatezza delle valutazioni presentate.

L’arresto di Alessia Pifferi è avvenuto dopo la tragica scoperta della morte della figlia, Diana, in un appartamento in zona Mecenate. La piccola, abbandonata per sei giorni, è stata ritrovata con accanto un biberon e una boccetta di benzodiazepine. Questo grave episodio ha sollevato interrogativi sulla condotta della madre e sulle circostanze che hanno portato al decesso della bambina.

In conclusione, il caso Pifferi continua a generare interrogativi e polemiche. Le indagini in corso e le recenti accuse alle psicologhe e all’avvocato difensore aggiungono nuovi elementi a un caso già complesso e carico di emozioni, riflettendo le sfide e le dinamiche del sistema giudiziario e penitenziario nel trattamento di casi così delicati.

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ultimo aggiornamento: 24 Gennaio 2024 12:13

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